Il Mylar è un film di poliestere, flessibile e al tempo stesso straordinariamente resistente, oltre che trasparente. L’insieme delle sue caratteristiche, che sopravvivono senza ripercussioni anche a temperature molto fredde (-70°C) e molto calde (oltre 150°C), fa sì che possa essere utilizzato in diversi ambiti, proprio per la sua eccezionale robustezza che lo rende resistente a ogni urto o strappo.
Non a caso, il Mylar è il materiale riflettente che è dentro ai grow box e alle grow room per la coltivazione indoor.
Resiste anche alla polvere ed è idoneo ai liquidi. Poiché non è composto da plastificanti, in condizioni normali non subisce lo scorrere del tempo e non diviene fragile invecchiando.
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Mylar: che cos’è
Mylar è uno dei tanti nomi commerciali del polietilene tereftalato, una resina termoplastica appartenente alla famiglia dei poliesteri e idonea al contatto alimentare. È inoltre indicato con le sigle PET, PETE, PETP o PET-P.
Come anticipato, grazie alle sue innumerevoli proprietà, tra cui la resistenza chimica, la resistenza alle alte temperature, l’autoestinguenza, etc., si presta a moltissimi usi e viene largamente sfruttato.
Le origini del polietilene tereftalato risalgono al 1941, quando John Rex Whinfield e James Tennant Dickson, due chimici britannici, lo inventarono riprendendo le ricerche precedentemente intraprese da Wallace Carothers. La registrazione del marchio Mylar avvenne nel 1952.
Il polietilene tereftalato viene prodotto in grandissime quantità (si parla di milioni di tonnellate) e può per questo essere considerato un bene indifferenziato: è largamente richiesto soprattutto in Cina, dove nel 2006 si generava circa il 55% della domanda globale.
Per produrre il polietilene tereftalato, o PET, sono necessari i seguenti processi, entrambi validi: l’esterificazione tra acido tereftalico e glicole etilenico, o la transesterificazione tra glicol etilenico e dimetil tereftalato.
Usi del PET
Nonostante sia molto diffuso e impiegato, l’utilizzo più conosciuto del polietilene tereftalato è quello rivolto alla costruzione di bottiglie e contenitori per i cibi, essendo appunto idoneo al contatto alimentare. A inventare le bottiglie realizzate in PET fu l’americano Nathaniel Wyeth nel 1973, e difatti oggi la stragrande maggioranza delle bottiglie d’acqua vendute al supermercato è realizzata in PET, a differenza del tappo che di solito è in polietilene (PE).
I differenti impieghi del polietilene tereftalato lo vedono protagonista anche nella realizzazione di film (come appunto il Mylar, materiale ideale per la realizzazione e la produzione di grow box e grow room), tubi, isolanti elettrici per cavi, interruttori, motori e condensatori, e tanto altro.
Mylar riflettente, l’utilità della luce in una grow box
Il telo Mylar riflettente è senza dubbio di imprescindibile utilità per rivestire grow box o grow room, ovvero quelle strutture chiuse al cui interno si coltivano piante a determinate condizioni climatiche.
Il Mylar ha la capacità di riflettere ben il 50% in più rispetto al telo classico B/N, fattore molto importante per il rivestimento interno di una grow room. Infatti, più il coefficiente di riflessione è alto, più l’illuminazione risulterà forte e omogena, raggiugendo anche le zone interne più buie e dunque l’intera area di coltivazione. Il risultato sarà così nettamente migliore.
La luce, inutile dirlo, è un’alleata preziosissima per un grow box, ecco perché è fondamentale ottimizzare l’illuminazione il più possibile. Per riuscirci il modo più efficace è quello di utilizzare dei teli Mylar riflettenti, un investimento del tutto sensato affinché anche le piante collocate negli angoli più nascosti possano ricevere la luce a loro necessaria per sopravvivere. Soprattutto nelle grow room non molto grandi la luce non si riflette tanto facilmente, ed è in questi casi che i teli Mylar si rivelano ancora più utili: sono in grado di riflettere più del 95% della luce.