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Coltivare cannabis tramite coltivazione Green House
Coltivare cannabis a mazzo green house, o meglio, sotto serra, è un modo efficiente e soprattutto molto produttivo. Sfruttando e amplificando la potenza del sole, le serre forniscono un clima caldo e proteggono le piante dalle condizioni atmosferiche, talvolta dure e stressanti da sostenere, soprattutto per le piante più giovani o per le talee che sono molto delicate.
La tecnica green house consente inoltre la coltivazione tutto l’anno per via del controllo del clima e dell’esposizione controllata alla luce solare. Inoltre, è una tecnica decisamente più economica della coltivazione indoor e produce delle infiorescenze più consistenti rispetto alle coltivazioni completamente outdoor. Molteplici sono, quindi, i benefici della coltivazione in serra controllata, dalla qualità alla quantità, infiorescenze genuine e ricche di proprietà benefiche. Per essere sicuri, se volete acquistare dei prodotti coltivati tramite il metodo greenhouse andare su questo rivenditore di cbd online poichè è sempre importante assicurarsi di consumare infiorescenze provenienti da farm controllate e certificate per non rischiare di imbattersi in prodotti affetti da muffe o sostanze chimiche dannose per la salute.
I vantaggi di coltivare cannabis in green house
La radiazione solare passa attraverso le pareti trasparenti, generalmente in vetro o in policarbonato, di una serra e riscalda il suolo e le piante, mantenendo calda la serra anche quando la temperatura dell’aria esterna è più bassa.
A loro volta, il suolo e le piante rilasciano energia sotto forma di radiazione infrarossa, che non può sfuggire dalla serra, quindi il calore intrappolato riscalda l’aria per mezzo del meglio conosciuto “effetto serra”. Per capire bene il processo fisico che avviene basta pensare ad una comunissima automobile lasciata sotto il sole in una giornata calda, entrando si noterà immediatamente che il calore accumultao viene percepito dal corpo come umidità.
Questo effetto serra apre le porte alla coltivazione per tutto l’anno, ma la cannabis ha ancora bisogno della luce del sole oltre al calore che fornisce una serra.
La cannabis va generalmente trapiantata nel terreno all’aperto tra aprile e luglio, quando il sole è fuori per la maggior parte della giornata. Ciò mantiene le piante nella fase vegetativa stabilendo un rapporto di almeno 14 ore di luce ogni 10 di buio. Processo indispensabile che a sua volta porterà al risultato finale benefici in termini di resa di produzione e qualità.
Successivamente, con l’intensificarsi della stagione e quindi l’avvento dell’estate, una volta che le piante di marijuana inizieranno a ricevere 12 ore di luce o anche meno, inizieranno a fiorire ed a produrre gemme (infiorescenze) robuste e cristalline, ricche di tricomi resinosi.
Le aziende agricole che hanno a disposizione impianti green house di nuova costruzione sono più avvantaggiate poiché le nuove tecnologie applicate all’agricoltura, consentono addirittura di riprodurre la luce solare e di controllarla, consentendo così di coltivare cannabis tutto l’anno, costruendo da se un piano stagionale che riproduca i cicli lunari ed i cicli solari. Inoltre, alcuni impianti sono costruiti in modo da schermare la luce del sole scurendosi quando le piante hanno bisogno di buio.
Una pratica comune tra i coltivatori in green house è quella di eseguire cicli di produzione noti come “light deps” in estate. Tagliando la quantità di luce che riceve una pianta di cannabis prima della fine della stagione, la induce sicuramente a fiorire anticipatamente. Ciò ti consentirà di effettuare un raccolto in anticipo, il che è fondamentale se si vive in una zona geografica in cui il clima si irrigidisce già all’inizio dell’autunno. Questo non significa che non si potrà continuare a coltivare cannabis, al contrario, sarà solo necessario prestare particolarmente attenzione all’umidità ed alla temperatura affidandosi alle pome di calore.
Che si tratti di piante di varietà al CBD o di piante che producono varietà al THC non vi sono particolari differenze nel processo di coltivazione quando avviene tutto in serra, le differenze sostanziali, invece, hanno modo di esistere in tema di coltivazione idroponica o coltivazione indoor, la comunemente detta cannabis auto prodotta. Questo perché la mano dell’uomo sostituisce del tutto la natura quindi si dovrà fare attenzione ai nutrienti da utilizzare ed ai quantitativi, alla potenza della luce ed alle ore, alla quantità giusta di acqua con cui bagnare il terriccio per evitare ristagni ed eventuali formazioni di muffe e nascita di parassiti insomma, coltivare cannabis in serra è sicuramente il miglior processo produttivo per i farmer più navigati e, anche, per i piccoli coltivatori che auto producono infiorescenze per l’uso personale.